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Sottolineature - Piccolo Catechismo
FRATELLI TUTTI (enciclica papa Francesco) /4
09/10/2020

L’esempio del Buon Samaritano

Per il superamento delle ombre il Papa indica la strada d’uscita nella figura del Buon Samaritano a cui dedica il secondo capitolo, sottolineando come in una società malata che volta le spalle al dolore e che è “analfabeta” nella cura dei deboli e dei fragili, tutti siamo chiamati – proprio come il Buon Samaritano - a farci prossimi all’altro, superando pregiudizi, interessi personali, barriere storiche o culturali. «È un richiamo sempre nuovo, benché sia scritto come legge fondamentale del nostro essere: che la società si incammini verso il perseguimento del bene comune e, a partire da questa finalità, ricostruisca sempre nuovamente il suo ordine politico e sociale, il suo tessuto di relazioni, il suo progetto umano». Dunque, afferma Francesco, «non dico più che ho dei “prossimi” da aiutare, ma che mi sento chiamato a diventare io un prossimo degli altri». E spiega che «in quelli che passano a distanza c’è un particolare che non possiamo ignorare: erano persone religiose. Questo indica che il fatto di credere in Dio e di adorarlo non garantisce di vivere come a Dio piace». «Una persona di fede – spiega – può non essere fedele a tutto ciò la fede stessa esige, e tuttavia può sentirsi vicina a Dio e ritenersi più degna degli altri. Ci sono invece dei modi di vivere la fede che favoriscono l’apertura del cuore ai fratelli, e quella sarà la garanzia di un’autentica apertura a Dio».

 
FRATELLI TUTTI (enciclica papa Francesco) /3
08/10/2020

Le ombre di un mondo chiuso

Nel primo capitolo vengono passate in rassegna le tendenze del mondo attuale che ostacolano lo sviluppo della fraternità universale. Tra queste i diritti umani non sufficientemente universali, le nuove forme di colonizzazione culturale, lo scarto mondiale dove «certe parti dell’umanità sembrano sacrificabili a vantaggio di una selezione che favorisce un settore umano degno di vivere senza limiti». «Mentre, infatti, una parte dell’umanità vive nell’opulenza, un’altra parte vede la propria dignità disconosciuta, disprezzata o calpestata e i suoi diritti fondamentali ignorati o violati. «La storia – afferma il Papa – sta dando segni di un ritorno all’indietro. Si accendono conflitti anacronistici che si ritenevano superati, risorgono nazionalismi chiusi, esasperati, risentiti e aggressivi. Nuove forme di egoismo e di perdita del senso sociale mascherate da una presunta difesa degli interessi nazionali». «Abbiamo bisogno di costituirci in un “noi” che abita la Casa comune. Tale cura non interessa ai poteri economici che hanno bisogno di entrate veloci. Spesso le voci che si levano a difesa dell’ambiente sono messe a tacere o ridicolizzate, ammantando di razionalità quelli che sono solo interessi particolari. In questa cultura che stiamo producendo, vuota, protesa all’immediato e priva di un progetto comune, «è prevedibile che, di fronte all’esaurimento di alcune risorse, si vada creando uno scenario favorevole per nuove guerre, mascherate con nobili rivendicazioni». E non manca un’attenzione anche verso la condizione delle donne: «L’organizzazione delle società in tutto il mondo è ancora lontana dal rispecchiare con chiarezza che le donne hanno esattamente la stessa dignità e identici diritti degli uomini. A parole si affermano certe cose, ma le decisioni e la realtà gridano un altro messaggio». È un fatto che «doppiamente povere sono le donne che soffrono situazioni di esclusione, maltrattamento e violenza, perché spesso si trovano con minori possibilità di difendere i loro diritti».

 
FRATELLI TUTTI (enciclica papa Francesco) /2
06/10/2020
Dopo la modernità

Il venire meno della classica razionalità politica moderna, unito all’imperiosa egemonia delle potenze tecno-finanziarie, con la conseguente estinzione del cosiddetto «stato sociale» e la produzione sistemica di disuguaglianze e ingiustizie a livello globale e locale, chiedeva obiettivamente alla Chiesa cattolica lo sforzo di una riconfigurazione di quella che fino a prima di questa enciclica si chiamava la dottrina sociale della Chiesa.

Termine che, appunto, non compare nel testo Fratelli tutti di Francesco – e questo non per allergia personale dell’attuale pontefice verso tutto ciò che sa di dottrinario. Non compare perché il sistema di riferimento che ne permetteva l’articolazione è imploso, scomponendosi in un rivolo di frammenti disgiunti che sembrano essere impossibili da governare.

L’enciclica assume, cordialmente e con coraggio, la sfida di proporre una nuova architettura del mondo e delle relazioni umane, superando l’inerzia cinica che afferma l’impossibilità di ogni ordinamento alternativo a quello attualmente imperante: «Desidero tanto che, in questo tempo che ci è dato di vivere, riconoscendo la dignità di ogni persona umana, possiamo far rinascere tra tutti un’aspirazione mondiale alla fraternità. (…)

 
FRATELLI TUTTI (enciclica papa Francesco) /1
05/10/2020
UN'UMANITA' IN PRIMA PERSONA PLURALE

Otto densi capitoli, articolati intorno all’immagine evangelica del buon Samaritano, che raccolgono e sistematizzano temi centrali che papa Francesco ha disseminato lungo l’arco dei suoi otto anni di ministero petrino – rilanciandoli con decisione e urgenza nella prospettiva del sogno di un’umanità che si declina alla prima persona plurale, senza esclusione alcuna. Questa potrebbe essere, in estrema sintesi, la resa immediata della nuova enciclica sociale che papa Francesco ha firmato ieri ad Assisi.

Inserita nel solco della più che centenaria storia della cura ecclesiale per la dimensione sociale dell’esistenza umana, e per la presenza in essa del germe fecondo della fede cattolica, Fratelli tuttiintroduce questa tradizione nei territori ancora incerti e conflittuali di una fine della modernità oramai compiutasi in tutti i suoi aspetti.

Confermando all’umanità tutta che la Chiesa non rinuncia a navigare con essa in mari aperti e ancora inesplorati. Anche quando questo richiede di cambiare un lessico divenuto oramai familiare, su cui essa ha potuto fare conto per oltre un secolo.

 
LA PARROCCHIA
26/09/2020
La parrocchia è la 'casa tra le case' come dice l'etimologia della parola. Già san Paolo descriveva la sua origine parlando delle 'chiese domestiche', quindi delle piccole comunità che si realizzavano in mezzo alla realtà popolare e sociale. Questa vuole essere la sua identitaà: una comunità unita nello Spirito di Cristo, attorno alla Parola e per l' Eucaristia e che vuole essere lievito del Regno di Dio nel mondo. 
 
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